Il jeans, o meglio blue jeans trova la sua etimologia nella parola Jeane o Jeannes, l’antico nome francese di Genova. In passato, era uso definire i tessuti con il proprio luogo di produzione ed il termine Jeane era spesso presente sul fustagno che giungeva a Londra dalla repubblica marinara di Genova. La stoffa fu presto apprezzata per la robustezza ed il costo. Dal XVI secolo, fu utilizzata anche dalla marina genovese per equipaggiare navi e per la vestizione dei marinai.
Nel 1853, il tedesco Levi Strauss, partito da New York per San Francisco in cerca di fortuna, aveva recato con sé alcuni capi di abbigliamento subito venduti ai passeggeri della nave. In valigia gli rimase soltanto qualche tessuto per i tendoni dei carri. Una volta giunto a destinazione, ne ricavò dei pantaloni che i minatori, in cerca di stoffe robuste, apprezzarono subito. Ma il tessuto troppo ruvido non risultava comodo. La scelta cadde quindi sul tessuto denim (da Nimes in Francia), così Strauss non fece altro che confermare la scelta già adottata dai marinai e portuali genovesi. L’inventiva del popolo italiano rimase impressa nel nome di quei pantaloni da lavoro nati a Genova. Successivamente, un cliente di Strauss, il sarto Jacob Davis, pensò di fissare le tasche in modo sicuro utilizzando rivetti di rame, ma troppo povero per fare domanda di brevetto, si rivolse proprio a Strauss che acconsentì ed entrambi riuscirono poi ad ottenerlo.
Composto di tessuto denim, non necessariamente di colore blu, il jeans è in filato di cotone, ha trama bianca o écru e l’ordito blu. Prima che i coloranti chimici giungessero nell’industria tessile, il blu veniva ricavato da estratti naturali di piante. Simile al fustagno, è da tempo utilizzato largamente soprattutto tra i giovani, in quanto costituisce abbigliamento informale e per questo poco adatto per certe occasioni o circostanze.
Il Jeans
Scritto da Mesia
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Costume e Società