Sono diventati la moda del momento, hanno raggiunto una grande diffusione, ma conviene chiedersi se la pratica di iniettarsi coloranti sotto pelle sia del tutto sicura. Un tempo erano esclusiva di galeotti e marinai, oggi invece sono moltissime le persone di ogni età ed estrazione sociale che decidono di decorare il proprio corpo con una frase, una data, uno o più disegni per loro significativi o che semplicemente piacciono. Dal punto di vista delle possibili ricadute sulla salute, finora ci si era concentrati sui rischi di infezioni, su cui ormai, rispettando alcune semplici precauzioni, si può stare abbastanza tranquilli.
L’uso di aghi sterili e le condizioni igieniche di sicurezza garantite dalla maggior parte dei centri, infatti, impedisce la trasmissione di malattie come l’epatite C. Tuttavia, nei mesi scorsi sono venuti a galla nuovi timori su eventuali effetti dannosi per la salute. Si tratta di possibili effetti tossici delle sostanze contenute nei materiali iniettati. Per capire cosa succede dei pigmenti organici e conservanti a base di metalli iniettati sotto cute, occorre ricorrere ad altri sistemi che non siano quelli di esperimenti su animali di laboratorio, in quanto non considerati etici e non consentiti dalla normativa vigente sulla sperimentazione animale.
Non si possono usare cavie per verificare la sicurezza di procedure a cui una persona sceglie liberamente di sottoporsi, senza alcuna necessità medica. Recentemente un gruppo di ricercatori tedeschi e francesi si è basato sul materiale prelevato da sei donatori dopo la loro morte, tra cui quattro tatuati e due no, questi ultimi usati come controlli. Con varie tecniche si sono misurati i livelli di colorante e metalli presenti nella pelle e nei linfonodi. Sia nella pelle, sia nei linfonodi delle persone tatuate sono stati trovati livelli superiori alla norma di cinque elementi potenzialmente tossici e cioè alluminio, cromo, ferro, nichel e rame.
Inoltre è stata registrata la presenza di tracce di titanio ed alcune alterazioni tra cui una maggior quantità di lipidi e minore di proteine nei tessuti intorno agli accumuli di pigmenti. Gli autori, però, non riferiscono nulla circa le condizioni cliniche degli individui analizzati, né se la presenza di queste sostanze possa avere un legame con la causa del decesso. La sola conclusione che si può trarre è che queste sostanze non restano nel punto in cui sono iniettate, ma migrano nell’organismo.
E’ ancora da dimostrare se e come possono fare danni. Chi ha già dei tatuaggi non ha da temere, chi ancora non ha deciso di farsene, però, può tenere conto di questo dato preliminare. Certamente altri studi dovranno approfondire la questione.