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L'Arte Orafa

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La creazione di gioielli ha le sue radici nel tempo. I reperti archeologici ritrovati in varie zone del mondo, testimoniano che l’uomo fin dalla preistoria si dedicava alla composizione di gioielli, ornamenti e oggetti rituali. Anche in epoche successive, si praticavano tecniche elaborate appartenenti a questa pratica: i corredi funebri di Mesopotamia ed Egitto, hanno consegnato esemplari di oreficeria attraverso le necropoli o tombe, tra le quali la più conosciuta è quella di Tutankhamon. Presso gli Etruschi, era in uso il metodo della “granulazione”: piccole sfere di oro venivano saldate su lamine, seguendo un disegno prestabilito. In molti, nei secoli successivi, tentarono di carpirne il segreto, senza però giungere alla conoscenza di una formula certa. Presso gli antichi greci, l’epoca di maggior produzione fu quella ellenistica, in cui l’espansione verso oriente, permise l’arrivo di grandi quantità di oro con cui realizzare lavori artistici.

L’orafo artigiano, ancora oggi fa uso di strumenti che già in passato erano di ausilio nella lavorazione e composizione di oggetti preziosi. Certamente è giunto a perfezionare quelli esistenti per modellarli alle proprie esigenze e ne ha inventati di nuovi che gli permettono di produrre con maggiore facilità. Tenendo conto delle esigenze qualitative, le aziende orafe hanno teso ad investire risorse consistenti nel settore di attrezzature specifiche e soprattutto migliorative. L’eccellenza dei prodotti viene raggiunta con i macchinari, anche se sono le fasi precedenti a determinarne il risultato. All’ideazione seguiranno la progettazione, la scelta del materiale, la realizzazione. Quando invece si intende elaborare un gioiello che non sarà su vasta scala, l’orafo dovrà conoscere la tecnica di lavorazione del metallo, per riuscire a creare l’oggetto da realizzare. Il settore manufatturiero utilizza in gran parte l’oro, ma anche il platino, il palladio e l’argento che in alcuni casi possono essere combinati a pietre preziose o gemme. Di maggior pregio è il diamante, la cui valutazione dipende dal colore, dal taglio, dalla purezza (o limpidezza) e dal peso. Altri minerali naturali utilizzati nell’arte orafa, sono il rubino, lo zaffiro, lo smeraldo ed il quarzo colorato. Anche il corallo, pescato dai fondali marini e commercializzato, ben si adatta alla creazione di gioielli, in prevalenza combinato con oro o argento, viene intagliato, lavorato e lucidato o forato per ottenere collane e bracciali. Per creare preziosi, possono essere utilizzate anche le perle, che in natura sono il prodotto di molluschi (in modo particolare le ostriche), come forma di reazione all’introduzione di corpi estranei nella conchiglia. Il colore più comune è il bianco, ma esistono pure perle rosa, crema, viola, grigie e nere. Accanto a quelle di mare, va ricordata anche la categoria delle perle d’acqua dolce, meglio conosciute come perle di fiume. Per le creazioni in oreficeria non vengono quasi mai intagliate, anche perché già in natura variano nella forma.

Sono molte le aziende italiane che producono e commercializzano gioielli, talvolta raggiungendo livelli di alta gamma e design, diventando realtà imprenditoriali quotate in Borsa; ma anche nuovi artigiani che si immettono sul mercato, fanno della loro passione una professione. Attraverso segreti e raffinatezze del mestiere, propongono proprie creazioni, mostrando le infinite sfumature dell’arte orafa.

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