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L'istat conferma l'aumento della povertà assoluta nel 2015, infatti vi rientrano più di 4 milioni e mezzo di persone residenti in Italia. Un fenomeno aumentato in modo esponenziale dal 2005, soprattutto al Nord.
Anzitutto specifichiamo cosa si intende per povertà assoluta e per povertà relativa. La prima si ottiene facendo la stima di un paniere di bene e servizi ritenuti essenziali, stima che deve tener conto della variabile dei costi, se per esempio si consifera un adulto che vive da solo o che vive al Nord, al Centro o al Sud. La povertà relativa per l'Istat, invece, si calcola valutando la spesa per i consumi di una famiglia, spesa al di sotto della quale, la famiglia si definisce relativamente povera. Per un nucleo formato da due persone, la soglia del 2015 è risultata pari a € 1050,95. Le famiglie che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale cifra, sono considerate povere. La povertà assoluta si è mantenuta stabile negli ultimi 3 anni in riferimento alle famiglie, mentre è cresciuta in riferimento alle singole persone. Il nostro Paese è sicuramente nel vortice di una forte crisi, come del resto altre potenze europee ed il punto sostanziale sta nel come ogni singola nazione stia tentando di risolvere il problema: attraverso sussidi, contributi, indennità ed altri benefici.
L'Italia, però, trascura una parte della cittadinanza pari quasi al 20% (a rischio povertà) con redditi inferiori a 10.000€ l'anno. In tale percentuale vi rientrano i pensionati e le famiglie che, secondo un ormai invalso metodo concettuale, dovrebbero fornire gratuitamente servizi ai propri componenti. Da tale ultima condizione ne scaturisce una disattenzione per oltre 2,3 milioni di giovani al di sotto dei trent'anni (giovani senza un'occupazione e/o già con un grado di istruzione). Tali dimenticanze sono maggiormente avvertite al Sud, dove per esempio in Sicilia, la percentuale sale al 40%. L'Unione Nazionale dei Consumatori si è espressa affermando che l'aumento della povertà è una "vergogna nazionale", e ciò dimostra come finora non sia stato fatto nulla per ridurre tale divario, ma soprattutto non si sia lavorato su una riforma fiscale. Le più colpite restano le famiglie composte da 4 persone (cioè coppie con due figli) e quelle formate da soli stranieri (naturalmente famiglie più numerose). Resta inoltre immodificata nella società attuale la gravissima sperequazione redditoriale, che ha determinato ed ancora determina, un'ingiusta ed ingiustificata disparità tra cittadini.