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ll mirto, detto anche mortella (Myrtus communis L.), fa parte della famiglia delle Mirtaceae. Tipico della macchia mediterranea, cresce nelle zone marine, ed è distinto in bianco e nero a seconda delle foglie. Alto da 2 a 4 metri, è un arbusto con foglie ovali e glabre, ha fiori solitari, bianchi, larghi poco più di un cm. Il frutto è una bacca nera lunga quasi un cm., larga poco meno.
Il mirto fiorisce da maggio a luglio, mentre i frutti compaiono a fine autunno. Pianta dalle molte proprietà, ha foglie ricche di tannino ed olio essenziale; gli vengono attribuite proprietà diuretiche ed antisettiche per l’apparato urinario, cicatrizzante per piaghe e bruciature, utile per infiammazioni delle mucose, contro la caduta dei capelli e sudorazione eccessiva. E’ sempre stato coltivato, sin dall’antichità, per scopi alimentari come aroma per la selvaggina e come ornamento per formare siepi. La Sardegna e la Corsica lo utilizzano per il confezionamento di liquore e vini.
Nella mitologia greca, il mirto compare come pianta sacra a Venere, spesso rappresentata con una corona di rametti di mirto sul capo; presso gli antichi Romani, se ne faceva uso per ornare vie e piazze e nell’Antico Testamento viene citato perché se ne formavano ghirlande da offrire alle giovani in occasione delle nozze. Il Medioevo vide l’utilizzo dei fiori per ricavarne profumi, che attraverso un processo di distillazione, cedeva un’essenza detta “acqua degli angeli”. Infine, utili anche nel settore della coloreria, le sue bacche erano impiegate per tingere di nero le stoffe o come inchiostro per scrittura.