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Alessandra

Il vino ottenuto dalla fermentazione dell'uva o del mosto, è una bevanda alcolica conosciuta sin dall'antichità. Pare che la prima fermentazione sia avvenuta in modo casuale, essendo stata dimenticata dell'uva in un contenitore, la quale poi ha fermentato. La vera e propria produzione di vino risale già all'epoca della civiltà egizia, mentre in età romana, il suo consumo divenne quotidiano.

Il gusto decisamente diverso da quello di oggi, era particolarmente dolce ed alcolico, tant'è che si dovevano aggiungere miele e/o spezie per conferirgli un gusto più accettabile. Dopo il decadimento dell'Impero Romano, la produzione di vino ebbe una battuta d'arresto e la ripresa si ebbe soltanto nel Medioevo, ad opera dei monaci benedettini e cistercensi.

Nacquero in questo periodo le tecniche di produzione che restarono invariate fino al XVIII secolo, grazie anche alla conservazione dello stesso non più nelle giare, ma nelle botti di legno e all'immissione sul mercato delle bottiglie di vetro, nonchè dei tappi di sughero. Nel XX secolo la Francia ha introdotto regole ben precise per risalire all'origine del vitigno e quindi ai territori di coltivazione.

I vini sono classificati tenendo conto di diversi aspetti ed in particolare:

  • la nazione e poi la regione di provenienza;
  • l'indicazione geografica di appartenenza, IGP, per distinguere se trattasi di vini extraeuropei, europei o nazionali;
  • la tipologia (frizzante, liquoroso, passito, spumante) nonchè il colore (bianco, rosato o rosso);
  • l'annata;
  • il vitigno. In quest'ultima categoria rientrano i vitigni cosiddetti internazionali che sono i più famosi e conosciuti a livello mondiale come lo Chardonay, il Sauvignon (per i bianchi), lo Syrah, il Merlot, il Cabernet (per i rossi);
  • il produttore che può essere diverso dall'imbottigliatore, soprattutto per i vini stranieri;
  • il prezzo di mercato.

Vi soni poi altri criteri per la suddivisione dei vini:

  • criterio organolettico (ossia il vino è giovane o maturo, secco o amabile);
  • il criterio della gradazione;
  • ed infine il criterio dell'abbinamento con le pietanze.

Non va dimenticato che ogni vino possiede una temperatura ideale con cui va servito. 

Bere quantità moderate di vino migliora la circolazione, fluidifica il sangue, in quanto esso ha proprietà vasodilatatorie ed antiossidanti. Il vino ha anche un'azione antivirale ed antisettica, favorisce infatti l'aumento delle difese immunitarie. Resta fermo che gli effetti benefici sull'organismo si ottengono solo se il consumo si limita a piccole dosi giornaliere.

Una curiosità: dal vino si può ricavare un distillato che se lasciato invecchiare per 12 mesi in botti di legno, si trasforma in brandy.

 

 

I cavoli, le carote e la zucca sono alimenti essenziali durante l'inverno, per cui sarebbe buona abitudine mangiarne fino a 2-3 volte nell'arco di una settimana. In particolare il cavolfiore è un ortaggio molto delicato, facilmente deperibile e contenente importanti oligoelementi tra cui: potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico ed ancora vitamina C, vitamine del gruppo B e circa il 90% di acqua. Esso apporta un irrisorio contenuto di calorie, perciò è spesso inserito nelle diete. Se ne conoscono varie tipologie: cavolocappuccio e cavoloverza, in cui le foglie si uniscono e formano una sorta di sfera; il cavolfiore ed il cavolo broccolo presentano, invece, una grande infiorescenza, commestibile. In ultimo vi sono i cavoletti di Bruxelles, che presentano teneri germogli ed il cavolorapa con un grosso fusto e foglie rade. Il cavolo generalmente si fa bollire o cuocere al vapore, ma si può anche gratinare, centrifugare o, in alternativa, unire alla pasta nelle minestre. Il centrifugato di cavolfiore è un rimedio naturale per combattere raffreddori di stagione.

Le carote, che comunemente conosciamo per il loro colore arancione, in realtà sono anche gialle, rosse, viola e nere. Ogni varietà contiene i suoi nutrienti: ad esempio la carota arancione è ricca di vitamina A, quella viola di polifenoli, flavonoidi ed antiossidanti; la rossa è ricca di licopene (come del resto il pomodoro). Tutte le varianti contengono sali minerali (potassio, ferro, calcio, fosforo, zinco, magnesio e selenio), vitamine A,C,D,E,B2, B6 e fibre. Le carote hanno un minimo apporto calorico e contengono circa il 91% di acqua. Il betacarotene, in esse contenuto, è una sostanza antiossidante in grado di contrastare i radicali liberi, per cui la pelle viene protetta dai raggi UV ed acquista una buona idratazione. Sempre grazie al betacarotene si possono curare eritemi solari ed allergie. Dal consumo di quest'ortaggio si possono trarre benefici per lo stomaco, l'intestino, la vista, la pelle e per il sistema cardiocircolatorio. Le carote infatti, sono un prezioso rimedio per le ulcere e le infiammazioni dell'apparato gastrointestinale, nonchè per la dissenteria e le intossicazioni. Sarebbe bene al mattino, rafforzare il nostro organismo con un centrifugato a base di carota e magari a pranzo consumare un semplice piatto di pasta con il cavolfiore o con la zucca. Avremmo in tal modo apportato alla nostra dieta nutrienti fondamentali e numerosi benefici, senza aver esagerato in calorie.

Tipicamente invernale è un altro ortaggio molto comune: la zucca, consumata in tutta Italia anche come ingrediente per la preparazione di ricette più elaborate. E' anch'essa formata per la maggior parte da acqua (91% circa) e poi da vitamine A, C, E, K, J e del gruppo B, nonchè da calcio, potassio, fosforo, rame, magnesio, zinco, selenio, sodio e ferro. Tra gli amminoacidi troviamo l'arginina, l'acido aspartico e l'acido glutammico. La zucca possiede anche una notevole percentuale di beta-carotene. Quest'ortaggio poverissimo in calorie (100g=18 calorie) è molto ricco in fibre (per cui risulta ottimo in caso di stipsi), ma ha anche effetti diuretici, calmanti ed antiossidanti. I semi della zucca, da consumare preferibilmente crudi, hanno un sapore gradevole ed apportano benefici alle vie urinarie sia maschili, sia femminili (infatti riducono le infiammazioni della prostata e prevengono le cistiti). 

Il pesce contiene grassi insaturi ed omega3 (quest'ultimo è necessario all'organismo per ridurre sia i livelli dei trigliceridi, sia quelli del colesterolo LDL); esso è ricco di vitamine, povero in calorie ed ha un'alta digeribilità. Il pesce si può acquistare fresco tutto l'anno, anche se vi sono periodi in cui ogni tipo di pesce raggiunge una maggiore produzione e i prezzi si abbassano notevolmente. I pesci di mare si possono distinguere in rotondi e piatti: ai primi appartengono per esempio, aringhe, merluzzi, acciughe, sardine, cernie e cefali, perchè hanno il corpo arrotondato, gli occhi su entrambi i lati della testa e nuotano utilizzando soprattutto la pinna dorsale. Al secondo gruppo appartengono ad esempio la sogliola, la platessa ed il rombo: essi nuotano solo su un lato e presentano entrambi gli occhi su uno stesso lato della testa.

La cottura del pesce può essere effettuata in diverse modalità, l'importante è non cuocerlo a lungo perchè la carne rischia di diventare dura, insapore e di conseguenza i valori nutrizionali possono disperdersi. Il pesce può essere cotto:

  • Al vapore o lessato (è la modalità più semplice  per conservarne tutte le caratteristiche)
  • Al forno (in tal modo esso cuoce ad un calore più o meno intenso e costante, solitamente intero o a filetti; sicuramente nel primo caso la temperatura oscillerà tra i 200-220 °C, mentre per i filetti tra i 150-180 °C. Per evitare che durante la cottura la pelle del pesce aderisca al tegame, bisogna aggiungere un filo di olio, vino bianco o succo di limone).
  • Al cartoccio (la cottura risulta umida, per cui non è necessario aggiungere olii. Si utilizza un foglio di carta da forno su un foglio di carta d'alluminio, si adagia il pesce pulito, farcito o soltanto coperto di aromi. Si chiudono i fogli e si passa nel forno).
  • Cottura al sale (utilizzata per i pesci di più grandi dimensioni, senza squamarli. Si pone il pesce su uno strato di sale grosso all'interno di un tegame, si ricopre sempre con il sale e si passa al forno a 200 °C).
  • Fritto
  • Alla mugnaia (di preferenza questo tipo di cottura si usa per le sogliole ed i filetti).
  • Alla griglia
  • In umido (solitamente per seppioline e polipetti)

Le piante aromatiche che maggiormente si adoperano per preparare pietanze a base di pesce sono: prezzemolo, basilico, rosmarino, salvia, maggiorana, finocchietto e coriandolo. 

La festa del Capodanno trae origine dai festeggiamenti organizzati in onore del dio Giano, divinità esclusivamente romana ed il suo nome sarebbe legato alla sua funzione: dio delle porte di casa (ianua) e dei passaggi; esso era infatti raffigurato con in mano una chiave ed un bastone, e con due volti (bifronte), ad indicare la protezione per l'entrata e l'uscita.
Giano è anche dio del principio e dal suo nome deriva quello del primo mese dell'anno, in suo onore chiamato Ianuarius.
Nell'anno 46 a.C. fu introdotto da Giulio Cesare, il calendario giuliano, ed il primo gennaio fu considerato il primo giorno dell'anno.
In questa data i Romani avevano usanza di preparare il pranzo, di condividerlo con gli amici e di scambiarsi delle strenne, aventi valore simbolico, ma anche religioso. Inizialmente la strenna era composta soltanto di rami di alloro, miele e frutti secchi, quali datteri e fichi (strenae); successivamente composta di oggetti d'argento, legati a leggende di buon auspicio.
Il dio che invece si celebrava dal 17 al 24 dicembre era Saturno e nelle feste, dette Saturnali, solo il primo giorno aveva carattere religioso, gli altri erano giorni di banchetti e di allegria. Vi era usanza che, durante i Saturnali, fossero i padroni a cucinare pranzetti suntuosi per i loro schiavi. Di qui il famoso aforisma attribuito a Seneca "semel in anno licet insanire" (una volta l'anno è lecito impazzire).
Per i Cristiani, il primo gennaio ricorre la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e dal 1967 anche la Giornata Mondiale della Pace.
La liturgia del Capodanno pertanto è celebrata sotto la protezione della Vergine Maria, con una lettura dell'evangelista Luca, che maggiormente narra la figura della Vergine, prescelta tra tutte le donne per divenire Theotokos, dal greco, genitrice di Dio.
Il passaggio tra la notte del 31 dicembre, nota come notte di S. Silvestro, ed il primo gennaio, si è soliti festeggiarlo con il veglione di Capodanno, unitamente ad un ricco ed abbondante cenone. Tradizione vuole che allo scoccare della mezzanotte siano stappate bottiglie di spumante per brindare al nuovo anno, vi siano fuochi pirotecnici ed anche i cosiddetti "botti".
Questi ultimi verrebbero fatti esplodere per allontanare "spiriti malefici", che si scatenerebbero nel passaggio dal vecchio al nuovo anno. Rumori secchi e fragorosi, pare,infatti, che allontanino ombre, vampiri e demoni.
A seguire si è soliti gustare lenticchie come auspicio di prosperità e di ricchezza. E' ormai da tempo invalsa l'abitudine di aspettare il nuovo anno nelle piazze delle città, in compagnia di intrattenitori, ballerini, musicisti, cantanti e quant'altro possa allietare l'attesa.
Chi invece predilige festeggiare con un cenone presso il ristorante più invitante, ha soltanto l'imbarazzo della scelta: vi sono infinite proposte culinarie capaci di accontentare tutti i gusti, si spazia infatti, da menù prelibati e ricercati a base di pesce e/o carne, a menù più semplici e meno elaborati, pur sempre rispettosi della tradizione.

A tutti un augurio sincero per uno strepitoso anno nuovo.

L'istat conferma l'aumento della povertà assoluta nel 2015, infatti vi rientrano più di 4 milioni e mezzo di persone residenti in Italia. Un fenomeno aumentato in modo esponenziale dal 2005, soprattutto al Nord.

Anzitutto specifichiamo cosa si intende per povertà assoluta e per povertà relativa. La prima si ottiene facendo la stima di un paniere di bene e servizi ritenuti essenziali, stima che deve tener conto della variabile dei costi, se per esempio si consifera un adulto che vive da solo o che vive al Nord, al Centro o al Sud. La povertà relativa per l'Istat, invece, si calcola valutando la spesa per i consumi di una famiglia, spesa al di sotto della quale, la famiglia si definisce relativamente povera. Per un nucleo formato da due persone, la soglia del 2015 è risultata pari a € 1050,95. Le famiglie che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale cifra, sono considerate povere. La povertà assoluta si è mantenuta stabile negli ultimi 3 anni in riferimento alle famiglie, mentre è cresciuta in riferimento alle singole persone. Il nostro Paese è sicuramente nel vortice di una forte crisi, come del resto altre potenze europee ed il punto sostanziale sta nel come ogni singola nazione stia tentando di risolvere il problema: attraverso sussidi, contributi, indennità ed altri benefici.

L'Italia, però, trascura una parte della cittadinanza pari quasi al 20% (a rischio povertà) con redditi inferiori a 10.000€ l'anno. In tale percentuale vi rientrano i pensionati e le famiglie che, secondo un ormai invalso metodo concettuale, dovrebbero fornire gratuitamente servizi ai propri componenti. Da tale ultima condizione ne scaturisce una disattenzione per oltre 2,3 milioni di giovani al di sotto dei trent'anni (giovani senza un'occupazione e/o già con un grado di istruzione). Tali dimenticanze sono maggiormente avvertite al Sud, dove per esempio in Sicilia, la percentuale sale al 40%. L'Unione Nazionale dei Consumatori si è espressa affermando che l'aumento della povertà è una "vergogna nazionale", e ciò dimostra come finora non sia stato fatto nulla per ridurre tale divario, ma soprattutto non si sia lavorato su una riforma fiscale. Le più colpite restano le famiglie composte da 4 persone (cioè coppie con due figli) e quelle formate da soli stranieri (naturalmente famiglie più numerose). Resta inoltre immodificata nella società attuale la gravissima sperequazione redditoriale, che ha determinato ed ancora determina, un'ingiusta ed ingiustificata disparità tra cittadini.

 

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