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La chirurgia estetica, molto criticata ma al contempo ammirata dalle donne di ogni età, è sempre più ardita ed in qualche caso diventa addirittura "horror". Volti di bellezze al naturale trasformati, se non sfigurati, che con i loro eccessi ed ossessioni estetiche, si sono ritrovate a fare i conti con una fisionomia deturpata. Sorrisi di plastica, sguardi sempre più artefatti, zigomi altissimi e labbra simili a canotti, sono le conseguenze di un uso sbagliato di chirurgia. Ma è davvero necessario modificare i tratti somatici che madre natura ci ha donato?
Oggigiorno, sussiste confusione tra il pensare di fare una piccola correzione di miglioramento e di fare ritocchi che portano alla deformità e a volti grotteschi e ridicoli. C'è modo e modo di affrontare ciò che è definita la "medicina della qualità della vita" e non "la medicina della sopravvivenza". A tal proposito, Lev Tolstoj, famoso scrittore e filosofo, affermò che: "Niente influenza il comportamento umano quanto l'aspetto estetico, e non tanto il fatto di essere o non essere attraenti, ma quanto il sentirsi o non sentirsi attraenti".
Gli autori di questa branca della medicina, sono loro, i medici o meglio dire i chirurgi estetici, i quali, avendo un proprio codice etico, in seguito al giuramento di Ippocrate, hanno il dovere di aiutare i pazienti a sentirsi attraenti, rifiutandosi se necessario, di effettuare trattamenti o operazioni estetiche che non porteranno ad un risultato migliore, evitando così di risultare egoisti e venali. Tra le più richieste sono le famose punturine, tecnicamente chiamate "filler", per ritoccare labbra e zigomi; seguono gli interventi di "blefaroplastica", cioè il togliere gli eccessi di pelle e le ernie di grasso situate sulla parte superiore ed inferiore dell'occhio; intervento addirittura rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale, perchè si tratta della blefarocalasi, cioè della caduta dell'occhio che può essere invalidante sulla vista.
Insomma, care amiche, in una struttura sociale narcisistica come quella della cultura occidentale, il mito della giovinezza, del perdurare di una condizione fisica legata a valori di seduzione, erotismo e potere sessuale, è molto presente. Desiderare di rimanere giovani a tutti i costi o apparire tali esteticamente, non accettando che il tempo passi, che gli anni avanzino e che le prime rughe inizino a comparire su quel volto che fino a ieri era liscio e luminoso, è proprio difficile da accettare.
Non bisogna ricorrere all'esagerazione ma a quell'equilibrio che aiuta le persone a raggiungere qualcosa di così facile e così difficile al tempo stesso: IL VIVERE IN ARMONIA CON IL PROPRIO CORPO E CON LA PROPRIA IMMAGINE. Piacersi significa stare bene con se stessi, con la propria mente e con il proprio corpo. Ed è proprio in questa condizione che cacciamo fuori le nostre energie positive. Quindi, con moderatezza e razionalità, se una settantenne, sente il bisogno di apparire al meglio esteriormente con l'aiuto della medicina estetica oppure una ragazza di venti anni, vuole intervenire sul naso dantesco che le crea disagio nel vivere quotidianamente le sue giornate tranquille e spensierate perchè non sente suo, chi siamo noi per vietare, giudicare o ritenere ridicola una tale azione?